Non so quale sia la mia stagione preferita. Quando ti piace tutto, dicono, alla fine non ti piace nulla. Non sono affatto concorde.
A me le stagioni piacciono tutte. Prendi l’estate ad esempio. È bella in modo anche “violento” se ci pensate bene. Però finisce dolcemente, quasi sempre.
Perché scivola dentro settembre. E mentre scivola si colora di tonalità calde. E arrivano sapori morbidi e gusti che richiedono un po’ di lentezza. La mattina presto c’è quell’arietta “tesa”. Così puoi prendere la bicicletta ed andare al mercato.
Ed eccolo qui uno dei tesori dell’autunno: l’uva. Sorrido mentre scatto la foto. Perché la memoria mi presenta un’istantanea. Ho i capelli corti e vado all’asilo. Sono convinta che la felicità sia raccogliere ghiande e creare collage con le foglie. Nella casa minuscola, ma bellissima per me, a Capodacqua di Assisi mio padre e il suo amico “il Sor Duilio” stanno facendo il vino.
Lesta, e convinta di poter essere utile, mi arrampico su una botte di legno e dal buco infilo foglie, sassolini e rametti vari. Nemmeno a dirlo avevo rovinato i pochi, ma preziosi litri di mosto che con orgoglio si facevano in casa.
Quando mi scoprirono non si arrabbiarono. Forse avevano capito che volevo solo partecipare. Avevo infatti spiegato: “il vino va aromatizzato, così è più buono”.
In questi giorni di settembre ho letto le ricette del gruppo su Facebook creato da Silvia Buitoni. Una bella idea di Silvia che sprona a raccontare i sapori e le ricette che ci “riscaldano il cuore”. Andate a vedere il gruppo #dalluovoallacoquealragu e troverete molte storie belle.
A me oggi l’uva ha scaldato il cuore. Mi ha riportata indietro nel tempo.
Ringrazio Silvia, perché leggere storie altrui è la miglior ricetta per rivivere le proprie. E poi l’uva...Ragazzi, quei grappoli delle verdi vigne portano bene, sono i migliori amici dei formaggi, perfetti contrappunto all’arrosto, amoreggiano con l’avocado, per trionfare con il rosmarino sulla focaccia. E a me ricorderanno sempre il Sor Duilio e il vino che faceva con papà.
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